
Papa Francesco sarà a Cuba dal 19 al 22 settembre. Lo comunica la Conferenza Episcopale Cubana che indica le tappe della visita: L’Avana, Holguin, il Santuario della Madonna del Cobre e Santiago di Cuba. Francesco proseguirà poi alla volta degli Stati Uniti dove visiterà Washington, New York e Filadelfia, rientrando in Italia il 28 settembre.
L’annuncio arriva al termine di una giornata aperta da Francesco con una dura accusa: «Tante persone potenti non vogliono la pace, perché vivono delle guerre, con l’industria delle armi: guadagnano più con la guerra che con la pace. Questo è grave!», ha detto il Papa durante un incontro con 7.000 bambini di tutto il mondo, organizzato dalla Fabbrica della Pace in Vaticano, sulla carta era un’occasione «tranquilla». Ma col Papa non si può mai dire, infatti ha colto l’occasione per lanciare accuse non propriamente leggere. Come quella ai trafficanti di armi che preferiscono le guerre alla pace. E anche detto, ricordando quanto gli diceva un anziano sacerdote: « Il diavolo entra attraverso il portafoglio», mettendo in guardia i bambini (e gli adulti) dalla tentazione e dal peccato della cupidigia «La pace non è un prodotto industriale, ma artigianale. Si costruisce ogni giorno con il nostro lavoro, con il nostro amore, con la nostra vicinanza, con il nostro volerci bene. Pace non vuol dire che non ci siano le guerre. Con dolore ci saranno le guerre. Ma pensiamo che un giorno non ci siano le guerre».
Rispondendo alla domanda inviatagli da un ragazzo ospite del carcere minorile di Casal del Marmo, dove il Giovedì Santo 2013 ha lavato i piedi ai minori detenuti, il Papa si è poi scagliato contro la carcerazione dei giovanissimi: «La strada più facile è la prigione. Quella giusta è dire: “Sei caduto? Alzati, ti aiuterò a reinserirti. È aiutare a reinserirsi». E sempre a proposito della pace, un bambino gli ha chiesto se avesse mai litigato con la sua famiglia: «Sì - ha risposto - anche io ho litigato tante volte, e anche adesso accade che mi riscaldo un po’, ma cerco sempre di fare la pace insieme. Litigare è umano l’importante è che non rimanga, che si possa fare la pace».
All’incontro di lunedì mattina ha partecipato anche Emma Bonino, che aveva reso noto nei giorni scorsi che il primo maggio Bergoglio l’aveva chiamata per informarsi del suo stato di salute e per incoraggiarla «a tenere duro». Nel corso del breve incontro di oggi, molto cordiale, il Papa e la Bonino hanno avuto modo di parlare per qualche istante.
Francesco ha risposto anche a un bambino malato: «A me non piace dire che un bambino è disabile. No, questo bambino ha un’abilità differente non è disabile, tutti abbiamo abilità. Tutti, soltanto possiamo sentire che la vita non è tanto facile. Tutti hanno la capacità di darci qualcosa di fare qualcosa».
Con un sorriso il Papa ha rivelato: «Io tante volte vorrei un po’ di tranquillità. Riposarmi un po’ di più. Ma stare con tanta gente non toglie la pace. Sì, c’è chiasso, c’è rumore, ma quello non toglie la pace. Quello che toglie la pace è non volerci bene, la gelosia, l’avarizia, volere le cose di altri, quello toglie la pace. Ma stare tra la gente è bello. E non toglie la pace. Stanca, io non sono un giovanotto, ma non toglie la pace».
Domenica 17 maggio Papa Francesco proclamerà sante due palestinesi, le prime, appartenenti a questo popolo, nell’era moderna. Il Patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, sottolinea che «Mariam e Marie Alphonsine in questa terra straziata dalla violenza dimostrano che la santità è possibile». In Vaticano ci sarà anche il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen. Il presidente palestinese arriverà a Roma il 15 maggio dove incontrerà sia il presidente Sergio Mattarella sia il premier Matteo Renzi, riferisce Majdi Khaldi, consigliere del leader. Poi Abu Mazen vedrà Papa Francesco e domenica 17 assisterà in Vaticano alla canonizzazione delle due suore nate nella Palestina ottomana del’ottocento: Marie Alphonsine Ghattas di Gersualemme e Mariam Bawardy della Galilea. Entrambe vissute intorno alla metà del 1800, Maria di Gesù Crocifisso, al secolo Mariam Baouardy, dell’Ordine dei Carmelitani scalzi, e Marie Alphonsine Danil Ghattas, Fondatrice della Congregazione delle Suore del Rosario di Gerusalemme, il primo ordine di suore della Terra Santa, saranno canonizzate in Vaticano insieme ad altre due religiose, Jeanne Emilie de Villeneuve, fondatrice delle Suore dell’Immacolata Concezione di Castres, e suor Maria Cristina dell’Immacolata Concezione, fondatrice delle Suore Vittime espiatrici di Gesù Sacramentato.
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